(blog di Ilaria Romano)
20. giu, 2022
Voto: 2 stelline / su 5
Una grandissima delusione. Dopo aver letto il suo primo romanzo “La Mennulara” che mi era piaciuto molto, avevo grandi aspettative per questa sua penultima opera. Ne ho sentito molto parlare e sempre bene ma non posso essere d’accordo con il successo accordatole.
Un romanzo quasi epistolare, i personaggi non si incontrano mai, ognuno racconta a modo suo un pezzo di storia della famiglia Sorci, la propria storia con il proprio punto di vista.
A cominciare è proprio il vecchio capostipite Enrico Sorci che sul letto di morte ci racconta chi è stato, i suoi continui tradimenti alla moglie, la sua severità con i figli e le sue crudeltà con gli indesiderati e gli illegittimi.
In ogni capitolo si racconta un personaggio diverso e questo, a mio parere, crea una certa distanza con il lettore e non sviluppa il giusto pathos.
Ognuno di loro ha dei segreti da nascondere, una vita non felice, nessuno emerge e nessuno è tanto bello da essere ricordato, anzi… Un romanzo che lascia davvero tanto amaro in bocca, senza speranza e vuoto.
Peccato perché avrei volentieri letto anche gli altri suoi romanzi ma al momento sono perplessa. Scusate la brevità della recensione ma mi ha lasciato davvero l’amaro in bocca e poco da dire.
Ultimi commenti
23.11 | 05:54
Mi spiace non volevo offenderti ma esprimo solo un mio pensiero.
23.11 | 00:53
"Quasi dentro a ogni libro (ma non in tutti)"...
Se no non vuol dire niente la frase messa lì così.
PS. il libro di Bythell è tremendo. Magari anche il mio, ma quello è peggio. Grazie comunque.
15.06 | 16:38
Lia non so di che città sei ma qui a Milano ce ne sono ancora di bellissime, vanno scovate. Comunque continua a seguirmi perchè ho in mente proprio qualcosa legato a questo!
15.06 | 05:14
Grazie mi hai fatto ritrovare un ricordo bellissimo, quando ero ragazzina, e anche nella mia città c'erano librerie dell'usato, che ormai si sono estinte... Peccato...
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