(blog di Ilaria Romano)
31. mag, 2022
Voto: 👍 3 stelline e ½ / su 5
E’ stato davvero difficile terminarlo e non perché non fosse bello ma per la sua crudezza nel racconto e per l’argomento trattato.
Magistralmente scritto questo romanzo di Littell è un pugno nello stomaco dalla prima all’ultima pagina.
La storia è narrata in prima persona da Maximilien Aue, un ex ufficiale delle SS attivamente coinvolto nell'Olocausto.
Il romanzo è diviso in sette parti che prendono nome dai movimenti di una suite di danze ("in musica, la suite è un insieme di brani, per uno strumento solista, un complesso da camera o un'orchestra, correlati e pensati per essere suonati in sequenza"). Strano che temi così crudi e mostruosi vengano associati ad una cosa così delicata come la musica. Questo contrasto forse rende ancora più selvaggio ciò che si legge.
Il primo capitolo è quello dove Max si racconta al lettore, gli spiega il perché della scelta di scrivere questo libro e forse cerca un po’ di comprensione per ciò che ha commesso e che sta per raccontare.
Non ha scelto lui di essere arruolato tra le SS ma è stato costretto dopo essere stato sorpreso durante un rapporto sessuale con un altro uomo. Da qui la sua vita, già abbastanza contorta per un rapporto incestuoso con la sorella e un odio/amore per la madre, diverrà irrimediabilmente un incubo.
Queste le toccanti parole con cui si presenta il protagonista:
“Se siete nati in un paese o in un'epoca in cui non solo nessuno viene a uccidervi la moglie o i figli, ma nessuno viene nemmeno a chiedervi di uccidere la moglie e i figli degli altri, ringraziate Dio e andate in pace. Ma tenete sempre a mente questa considerazione: forse avete avuto più fortuna di me.”
Leggerlo in questo momento storico è stato due volte doloroso.
Primo per le atrocità che sono state commesse in quella guerra e secondo per le atrocità che vengono commesse ancora oggi in nome di quella stessa guerra, il che è una contraddizione immane.
Max è un uomo già tormentato dalla vita e dal suo passato e si ritrova a fare delle scelte e a dare dei comandi che nemmeno lui comprende e approva, ma non ha alternativa (così dice…).
Così la sua mente già malata si aggroviglia ancora di più fino al delirio più totale, a quel delirio di onnipotenza che ti fa credere che la vita di un uomo, di una donna o di un bambino valga meno della tua.
Pagine forti, con una scrittura tagliente che entra nel sangue e lacera il cuore, di chi ce l'ha.
Tratto dal libro:
“Se mi sono deciso a scrivere, dopo tutti questi anni, è per mettere in chiaro le cose per me stesso, non per voi. A lungo uno striscia su questa terra come un bruco, nell’attesa della diafana e splendida farfalla che porta in sé.”
Ultimi commenti
23.11 | 05:54
Mi spiace non volevo offenderti ma esprimo solo un mio pensiero.
23.11 | 00:53
"Quasi dentro a ogni libro (ma non in tutti)"...
Se no non vuol dire niente la frase messa lì così.
PS. il libro di Bythell è tremendo. Magari anche il mio, ma quello è peggio. Grazie comunque.
15.06 | 16:38
Lia non so di che città sei ma qui a Milano ce ne sono ancora di bellissime, vanno scovate. Comunque continua a seguirmi perchè ho in mente proprio qualcosa legato a questo!
15.06 | 05:14
Grazie mi hai fatto ritrovare un ricordo bellissimo, quando ero ragazzina, e anche nella mia città c'erano librerie dell'usato, che ormai si sono estinte... Peccato...
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