11. gen, 2022

LA CITTA’ DELLA GIOIA di Dominique Lapierre (Mondadori 1985 / 470 pg)

Voto: 5 stelline su 5

Un altro libro che ho atteso molto per leggere, non so perché ma non trovavo mai il momento giusto, l’incastro giusto, l’ispirazione.

Ma l’attesa non è stata vana, non mi ha deluso ed è stato un tuffo nella mia India, l’India che ho amato nell’unico viaggio che sono riuscita a farvi e l’India che ricordo ancora con tanta nostalgia e con un luccichio negli occhi.

Questo romanzo, tratto da una storia vera, è un inno a questa nazione così poco compresa, così criticata e guardata sempre dall’alto in basso, mentre è un paese che ha molto da insegnare e che tutti dovremmo prendere d’esempio. Il popolo indiano ha una forza, una dignità ed una luce negli occhi che non ho mai trovato in nessun’altro posto. La maggior parte di loro è di una povertà spaventosa; eppure, sanno gioire di niente, continuano ad avere una forza e una speranza nel cuore difficili da raccontare.

Eppure, ci riesce benissimo Lapierre in questo romanzo, dove racconta proprio l’India più povera, più disperata eppure la più generosa.

Tre i protagonisti che non scorderete più dopo aver letto queste pagine:  Hasari Pal, un umile contadino che deve lasciare la sua terra perché non gli rende più nulla e si trasferisce nella baraccopoli di Calcutta dove inizia a fare l’uomo risciò. Qui incontrerà il sacerdote cattolico francese Paul Lambert che decide di vivere in mezzo a loro per comprendere più da vicino la loro situazione, la loro durissima realtà. Sono strazianti e toccanti i racconti che ci arrivano da chi, nel suo paese, è abituato a ben altro.

Stessa sorte toccherà al medico statunitense Max Loeb che, in un momento di crisi esistenziale, lascia la sua bella e comoda casa in Florida e si immerge in una realtà che non dimenticherà mai più.

Racconti commoventi, situazioni che sembrano surreali eppure non lo sono.

Chi ha visto l’India sa di che cosa sto parlando, per chi invece non l’ha mai vista può farsene un’idea, anche se è difficile raccontare le emozioni, gli odori, i sapori, i colori, le urla, i clacson.

Leggetelo, immergetevi negli Slum di Calcutta, cercate di immedesimarvi in questo popolo e vi sentirete le persone più fortunate e privilegiate del mondo.

Dominique Lapierre ha uno stile coinvolgente e una narrazione che vi rapirà da subito e vi trasferirà in un mondo lontano e meraviglioso da cui faticherete a tornare.

Una frase bella del libro:

“Quegli uomini e quelle donne erano la Vita. LA VITA a lettere maiuscole. La vita che palpita, turbina, rabbrividisce, freme, la vita che vibra come vibrava da ogni altra parte in quella città benedetta di Calcutta”.

Ultimi commenti

23.11 | 05:54

Mi spiace non volevo offenderti ma esprimo solo un mio pensiero.

23.11 | 00:53

"Quasi dentro a ogni libro (ma non in tutti)"...
Se no non vuol dire niente la frase messa lì così.
PS. il libro di Bythell è tremendo. Magari anche il mio, ma quello è peggio. Grazie comunque.

15.06 | 16:38

Lia non so di che città sei ma qui a Milano ce ne sono ancora di bellissime, vanno scovate. Comunque continua a seguirmi perchè ho in mente proprio qualcosa legato a questo!

15.06 | 05:14

Grazie mi hai fatto ritrovare un ricordo bellissimo, quando ero ragazzina, e anche nella mia città c'erano librerie dell'usato, che ormai si sono estinte... Peccato...

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