(blog di Ilaria Romano)
13. lug, 2021
Voto: 5 stelline su 5
Quante volte vi è capitato di leggere il seguito di un libro e di apprezzarlo ancora più del primo?
Raro… eppure mi è capitato con questo libro.
Mi era piaciuto moltissimo la storia dei Florio nei Leoni di Sicilia, la loro ascesa, la loro fortuna, le loro crescite personali e sociali.
Ma in questa seconda parte c’è qualcosa di più. Ci sono gli uomini e le donne con le loro debolezze, con le loro insicurezze, tentazioni e fragilità.
Il secondo capitolo si apre con Ignazio e Giovanna e i loro tre figli, Vincenzo, Ignazio e Giulia ancora piccoli. La famiglia Florio è ancora una famiglia forte e rispettata e Ignazio porta avanti con onore quel nome e riesce a fare crescere la sua casata ancora di più.
Ma chi ci sarà dopo di lui non avrà altrettanta forza.
Ignazio, il secondogenito, si troverà a ricoprire questo ruolo per lui troppo pesante.
Una serie di scelte sbagliate condurranno al declino di Casa Florio e ad una disfatta totale, ma nelle ultime pagine capiremo che nonostante tutto quel nome resterà indelebile nella storia e nei ricordi di tutta Palermo e dell’Italia intera.
Sono uomini deboli quelli che ci presenta l’autrice in queste pagine, uomini ben lontani dai loro padri e nonni, uomini che non sanno più cos’è l’onore, la fedeltà e la famiglia.
Chi invece lo sa e continua a portare avanti a testa alta questo nome con onore fino alla fine, sono le donne, anche se acquisite.
Giovanna prima e Franca poi, sono forse i personaggi più belli in assoluto di queste pagine e delle precedenti.
Di Donna Franca mi sono letteralmente innamorata. Una donna che si sposa con slancio e amore con Ignazio Florio, sa che portare quel nome non sarà facile, ma l’amore, è convinta, vincerà ogni cosa.
Quando arriva ragazzina in casa Florio ha difficoltà addirittura a mangiare, è chiusa, introversa, timida, ha paura di tutto e tutti, non si piace e non si cura abbastanza. Ma grazie all’amore della sua balia, donna Ciccia, e della supervisione severa di Donna Giovanna, Franca fiorirà, diventerà una donna affascinante, tutta Palermo e tutta la Sicilia la ammireranno.
Saprà affrontare a testa alta ogni pettegolezzo, porterà avanti con orgoglio quel nome così pesante a discapito di tutto e tutti, anche della sua stessa felicità.
La vita non sarà generosa con Donna Franca ma lei saprà tenerle testa fino alla fine con i suoi splendidi occhi verdi e le sue immancabili perle.
Vedremo scorrere anni importanti per l’Italia perché la vicenda si dipana dal 1868 al 1950, incontreremo quindi Re, uomini politici importanti e purtroppo anche le guerre.
C’è un passaggio finale che mi ha commosso molto e che mi ha ricordato un altro grande personaggio che ho amato tanto, Stoner.
All’amico morente Ignazio dice:
- “E adesso, alla fine, cosa ci è rimasto, curò?”
- “Perché? Deve per forza rimanere qualcosa? Abbiamo vissuto bene, Ignà. Non siamo stati a guardare, ci siamo presi la vita a forza e ce la siamo goduta senza pensarci troppo. Arrivo davanti alla morte senza rimpianti… La vita abbiamo avuto, Ignà. Abbiamo sognato in grande, siamo stati liberi, e comunque abbiamo sempre difeso ciò che davvero contava per noi, curò. Non il denaro, non il potere e neanche il nome. La dignità”.
Mi ha ricordato le bellissime ultime battute di Stoner che si interrogava proprio sul senso della vita e di cosa ci lasciamo alle spalle.
Ringrazio Stefania Auci per aver riportato a galla questa storia e questa famiglia e averlo fatto con una cura, una dedizione, una delicatezza e un uso superlativo delle parole, unico. Capirete quanto lavoro c’è dietro nella parte finale del libro dove ci sono i ringraziamenti e le fonti a cui l’autrice ha attinto. Sei anni di lavoro.
Grazie dal più profondo del cuore.
Una delle tante frasi bellissime:
“La vera maledizione della felicità è non rendersi conto di quando la stai vivendo. Nel momento in cui ti accorgi di essere stato felice, non ti resta che l’eco.”
Ultimi commenti
23.11 | 05:54
Mi spiace non volevo offenderti ma esprimo solo un mio pensiero.
23.11 | 00:53
"Quasi dentro a ogni libro (ma non in tutti)"...
Se no non vuol dire niente la frase messa lì così.
PS. il libro di Bythell è tremendo. Magari anche il mio, ma quello è peggio. Grazie comunque.
15.06 | 16:38
Lia non so di che città sei ma qui a Milano ce ne sono ancora di bellissime, vanno scovate. Comunque continua a seguirmi perchè ho in mente proprio qualcosa legato a questo!
15.06 | 05:14
Grazie mi hai fatto ritrovare un ricordo bellissimo, quando ero ragazzina, e anche nella mia città c'erano librerie dell'usato, che ormai si sono estinte... Peccato...
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